Dopo parecchio tempo torno a scrivere sul mio blog. Novità da raccontare ce ne sarebbero molte, ma in questo post voglio solo ringraziare per gli ultimi sviluppi della mia passione, la fotografia.
A partire dall’inizio dell’anno ero stata contattata da un’associazione culturale di Canneto Pavese, “Il Cirro Capriccioso”, per organizzare una mostra fotografica. Proposta inizialmente rifiutata – “Non sono abbastanza brava” – per poi accettarla e cominciare a lavorare all’organizzazione.
Quello che mi sento di fare è ringraziare tutti quelli che mi hanno permesso di arrivare a questo punto: amici che vanno e vengono, persone importanti e meno importanti; ciascuno a diverso titolo ha dato un contributo al cammino, ha lasciato un segno e qualche regalo. Gli enti istituzionali con la loro disponibilità, gli amici e le persone vicine con la loro fiducia.
Così dal 26 al 29 settembre 2013, nella sala di Santa Maria Gualtieri, con il patrocinio dei comuni di Pavia e Canneto Pavese, nonché del Cirro Capriccioso si è tenuta la mia prima mostra personale di fotografia, DividereUnire. 600 visitatori nei giorni di apertura, tanti amici, anche lontani, che sono passati per un saluto, una parola; ma anche amici social che sono diventati amici reali. Un successo sinceramente inaspettato, a partire dalla sala piena la sera dell’inaugurazione – con un buffet largamente insufficiente!
E, si sa, da cosa nasce cosa… e così il 17 novembre 2013 è stata inaugurata la mia seconda mostra personale, che resterà visitabile fino al 21 dicembre, a cura di Giorgia Loda (Studio Santagnese), presso il Caffè Metropolis di Milano. Anch’essa dedicata ai paesaggi, non più del Pavese e dell’Oltrepò, bensì ai silenzi degli spazi anonimi di periferia, disseminati nel territorio tra Pavia e Milano. Spazi Senza Nome racconta un tragitto, uno spostamento in macchina, dove non è possibile identificare un percorso narrativo, ma un semplice susseguirsi di immagini indifferenziate e prive di identità.
In merito a questi due eventi non voglio dire nient’altro se non, ancora una volta, grazie. Per aver sentito vicine le persone che mi hanno dedicato un pensiero o parte del loro tempo per esserci, o a chi mi ha dato una mano, un consiglio, un abbraccio. E mi auguro sinceramente che il modo in cui interpreto questi eventi, si rivelerà corretto: un punto di partenza e non di arrivo. Un momento di riflessione per partire in una nuova direzione. Con tanti bei ricordi e un occhio positivo sul futuro.
Con questo spirito, voglio riportare alcune cose che mi sono state scritte sul guestbook della mostra di Pavia; tutti pensieri belli, ma nello scegliere ho riportato quelli che mi hanno lasciato qualcosa che servirà come spunto.
Complimenti poliedrica Viola, una delle molteplici potenzialità.
Pavia. Bolzano… due anime e più prospettive.
Straordinariamente Viola… ma anche tutti i colori dell’anima!
Non penso di essere in grado, ma, se potessi, fotograferei, come te, il mondo visibile a pochi.
L’opera d’arte è sempre una confessione. Sono contento di averti conosciuto meglio. STRAORDINARIA. Un tuo allievo in tutto.
Osteria del Rebelot ringrazia Viola per essere entrata nel cuore di Pavia.