Voglio fotografare ciò che non si vede: ombre, riflessi, emozioni. Un viaggio fatto di suggestioni ed idee, diviso in tre serie tematiche, per guardarsi dentro e guardare i regali del mondo.

 
 

L’intento di questo progetto è quello di correlare la visione dei significanti del mondo materiale con significati inaspettati del mondo interiore. Il pensiero che ho avuto quando è nato in me il desiderio – o forse meglio dovrei dire il bisogno – di creare queste immagini è stata la volontà di “fotografare ciò che non si vede”. Questa esperienza è un viaggio intimo, personale, fatto di suggestioni, ideato per guardarsi dentro e osservare i regali del mondo che ci circonda.

Si tratta di un libro dei sogni, poiché ogni immagine rappresenta un’emozione, un’evocazione di qualcosa di profondo e non direttamente rappresentabile figurativamente, che esce dal mondo onirico delle mie notti, di sonno o di veglia. Le emozioni da cui ho attinto sono un miscuglio indefinito di sensazioni presenti, passate e future, reali o immaginate, che si mescolano a pensieri puntuali e concreti.
L’espressione di queste sensazioni, passa non solo attraverso la costruzione di un’immagine mentale, che poi ho ricreato a favore di macchina esattamente così come l’avevo già proiettata nella mente, ma anche attraverso l’uso della parola. Ogni fotografia è infatti accompagnata da un testo, che rappresenta una parola chiave ed è organizzato in brevi versi; il compito della parola è quello di sostenere il quadro grafico, dargli forza e regalargli una rotondità di significato, avvicinando chi guarda al mio mondo interiore. Le parole presentate sono comunque ermetiche, di difficile comprensione, per dare spazio all’interpretazione dell’osservatore, il quale ha così la possibilità di essere sì indirizzato verso la lettura dell’immagine, ma di evocare per sé il proprio vissuto e le proprie emozioni, e di sovrapporli liberamente a ciò che vede.

Il progetto consta di ventiquattro figure e testi (+1), organizzati in tre serie tematiche, ciascuna composta di otto figure quadrate. La scelta del formato è dettata dal fatto che questa figura geometrica è quella che tra i poligoni si avvicina con maggiore perfezione all’eternità del cerchio.

“Vizi e virtù”

intende rappresentare alcune qualità umane, che non necessariamente vengono connotate positivamente o negativamente. In tutte si può infatti cogliere una duplicità di significato, dove bene e male si mescolano e non rappresentano valori assoluti, ma innegabili sfaccettature di un unicum.

“Sogni e desideri”

è costituita da immagini lievi, giocose, delicate, che solleticano l’anima, galleggiando in un magma fatto di passione e calore, di evocazioni e di sentimenti lieti, ma che sanno scavare nel profondo, lasciando a volte tormentati.

“Time”

si concentra sul rapporto con lo scorrere del tempo, alternandosi tra attimi eterni, in cui lo spirito sa perdersi, e periodi di instabilità, in cui l’accettazione e l’attesa dello scorrere del tempo sembrano difficili da sostenere.

Il filo conduttore è una sequenza unica, che racconta una storia intima, dedicata nelle intenzioni a chi indimenticabilmente mi ha permesso indirettamente o direttamente di attingere da me stessa, anche attraverso contaminazioni inaspettate.